C'est la vie: una grande festa di nozze.

Ieri sera, mentre facevo zapping (si, il telefono era in carica e la presa non era a portata di mano), sono incappata in un film che stava incominciando in seconda serata e ho pensato: perchè no?

Già dalla prima scena ho capito che si trattava di un film francese, un genere che notoriamente incontra il gusto di pochi, tra cui la sottoscritta. Ero molto felice di aver trovato casualmente qualcosa che sapevo mi sarebbe piaciuto: regia interessante, sceneggiatura fluente, umorismo particolare, il tutto avvolto dal comfort che un film girato in una sola ambientazione (bellissima) ti trasmette. 

Locandina, Google 
Sto parlando di C'est la vie - prendila come viene, un film di Eric Toledano e Olivier Nakache, 2017.

Nella scena su cui sono capitata saltando da un canale all'altro, credo fosse la prima, si vedono una coppia di futuri sposi e un uomo di mezza età che discutono comicamente sui preparativi delle nozze; loro si lamentano del prezzo e lui ironizza proponendo cose assurde: subito si intuisce che l'uomo faccia di lavoro l'event planner e che in questo sia molto preciso e professionale ma non è di immediata comprensione che si tratti del protagonista del film; eppure, già dalle sue poche battute ho sperato che lo fosse e sono stata accontentata.

Max Angély - così si chiama l'organizzatore di matrimoni, che ironicamente sta vivendo una crisi nel proprio - non ha tempo di dedicarsi alle faccende personali: nonostante sia il suo compleanno, infatti, ha un evento molto importante in programma quella sera e la commessa non è da sottovalutare.

La location scelta è un castello rinascimentale e il team di cui Max è alla guida co-capitanato dalla sua irascibile assistente Adéle sembra una ciurma di improponibili figure: dall'ex insegnante scapestrato Julien, che ormai vive in pigiama, ai due lavapiatti che lo prendono in giro in una lingua straniera, dal giovane poliziotto che ha bisogno di arrotondare all'imbucato amico di Adèle che mai aveva fatto esperienza nel campo del catering (e si vede).

Si aggiungano personaggi come l'impertinente fotografo, amico di Max la cui carriera è decisamente in declino, accompagnato da un giovanissimo stagiaire che al contrario avrà molto da insegnargli, e lo sbruffone James, lo stravagante ed eccentrico cantante dell'orchestra che ama discutere con Adèle.

Il film racconta le vicissitudini dell'organizzazione, i retroscena, i conflitti e i compromessi di un evento che - per ordine dello stravagante, petulante cliente Pierre, lo sposo- dovrà essere perfetto. 

Ma si sa, "la perfezione non esiste", tantomeno nell'operato del team di Max che, nonostante le cadute di stile e la poca disciplina, riesce a far incuriosire, sorridere, ma soprattutto a stupire.

Per me questo film parla della vita, che un po' come l'evento organizzato meticolosamente da Max viene sempre stravolta dal corso delle cose lasciando tutti a volte arrabbiati, certamente interdetti, alla fine stupiti; così è la vita - prendila come viene! 

E

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